PM – PensieriMossi
Il blog di Progetto Marconi
Come scelgo la bottiglia giusta (non solo di Natale)?
Giungla di etichette, fretta assassina, fiducia nel “nome” e ci si ritrova poi a tavola con la bottiglia <<sbagliata>>…
Certo che, per tutti coloro che si orientano sul vino che consumano abitualmente, la possibilità di brutte sorprese viene meno. Ma è anche vero che non tutti hanno un produttore “di fiducia” e che, per le festività, si vorrebbe azzardare a provare qualcosa di nuovo, di insolito… di migliore!
MA COSA E COME SCEGLIERE ?
Il problema reale non sta nel fatto che non si conoscano produttori, etichette, denominazioni, tipologie, uve o tecniche di abbinamento. Anche se è indubbio che questi aspetti rappresentino di per sé già un ostacolo non indifferente.
La prima vera barriera siamo noi. I nostri sensi, il più importante strumento a nostra disposizione per valutare la qualità di ciò che scegliamo di mettere dentro al nostro corpo, (aspetto che troppo spesso si sottovaluta) sono sopiti… Dormono un sonno figlio di prodotti dal sapore sempre uguale, di ambienti chiusi come automobili o uffici senza mai un profumo (o sempre con lo stesso) e di ostacoli alla percezione quali lo smog, il fumo, l’omologazione e quant’altro.
Ecco quindi che la nostra capacità di valutazione di un vino o, per esempio, dello spumante con il quale daremo inizio al nuovo anno si ferma al “mi piace” o quando ci si spinge un po’ oltre al “è buono”…
In conclusione, il problema del “come scegliere la bottiglia giusta”, passa dal “perché non siamo in grado di farlo”. Quando nasciamo i nostri sensi sono educati e pronti a riconoscere tutte le esplosioni che il mondo è in grado di regalarci… Vivere li addormenta e ci condiziona nelle scelte. Forse è il caso di RI-EDUCARLI !!!
Non v’è dubbio che affidarsi ad una guida, un professionista, in questi casi, possa essere una buona arma. Ma a prescindere da questa soluzione, le basi per rieducare i propri sensi e passare così dal bere al degustare sono essenzialmente due: concentrazione e sforzo mnemonico.
Bisogna rivolgersi al vino con attenzione, infatti, per poterne scorgere le molteplici sfaccettature. E mentre lo si fa è indispensabile fare tesoro di quell’esperienza, registrandola nella memoria per poterla rapportare all’assaggio successivo in termini comparativi.
Perché, come si usa dire, il migliore assaggio è sempre il prossimo…
Buon brindisi!
di Simone Ballario
Docente presso Progetto Marconi
Sommelier
Esperto analisi sensoriale