Quando nasci piangi. Non sai cosa ti aspetta. Ti sei preso la responsabilità di uscire dal buio con l’ottimismo di vedere la luce. Ma piangi.
Ad un anno gattoni. Cerchi una strada, speri di raggiungerla. Ma non hai gambe ferme.
Dai due ai cinque anni osservi il mondo, più sicuro di poter dire la tua. Ma in fondo fai le stesse domande di tutti.
Dopo i 6 anni costruisci il tuo futuro con più consapevolezza. A volte impari facendo domande, a volte presumi sbagliando le risposte.
A 10 anni vai in doppia cifra. Ti senti adulto. Ma appena apri la finestra, il mondo è ancora troppo grande. E la tua mano troppo piccola. In un attimo torni umile come a cinque.
Noi a giugno ne facciamo 10, di anni. E’ la solita storia. Ti guardi indietro e il tempo pare sia volato. Poi conti i progetti, le persone incontrate. E capisci che i 10 tondi ci stanno.
E adesso?
E adesso hai due strade.
La prima. Prosegui a fare le cose in modo meccanico, robot al potere. Alzi la serranda con sempre meno energia, perché è sempre la stessa minestra.
La seconda. Cerchi di creare contenuti e progetti stimolanti già da ora. Perché se no che racconti sul palco della festa dei 20 anni?
Cheers!