PM – PensieriMossi
Il blog di Progetto Marconi
Nelle “paghe” degli italiani
Cosa cambia nel 2015 per lavoratori e datori di lavoro – Breve guida pratica
La legge di stabilità 2015, che una volta chiamavamo legge finanziaria, forse per la prima volta in Italia cambia radicalmente la “filosofia precaria” del mercato del lavoro da un punto di vista dei lavoratori e la “filosofia che assumere in Italia costa troppo” da parte degli Imprenditori, Commercianti ed Artigiani.
Per i lavoratori. Da un punto di vista del prelievo fiscale non cambierà nulla rispetto all’anno 2014 anzi è stato confermato il bonus fiscale (quei famosi 80 euro in più al mese per redditi compresi tra gli 8.000 e i 26.000 euro). In tema di anticipazioni mensili del TFR, però, attenzione perché di sicuro rispetto alla tassazione dell’anno scorso il netto che percepiranno sarà più basso: si passa infatti da un meccanismo di tassazione separata ad un meccanismo di tassazione ordinaria pari a quella prevista per i normali redditi da lavoro dipendente che vengono tassati con un’aliquota progressiva a scaglioni (tradotto in soldoni se prima vi prelevavano il 23% adesso una parte sarà al 23% un’altra parte al 27% e così a crescere). Inoltre bisognerà avere la massima attenzione e capire se cumulando questa anticipazione mensile e superando poi i 26.000 euro nell’anno non si vadano a perdere gli 80,00 mensili (oltre al danno di una maggiore tassazione la beffa di vedersi togliere questo importante innesto economico in busta).
I lavoratori con contratti di collaborazione percepiranno di sicuro qualcosa di meno ed i committenti spenderanno molto di più, perché l’aliquota di prelievo per la gestione separata INPS passerà dal 28,72% al 30,72% e si ricorda che un terzo di questo prelievo è a carico del collaboratore e due terzi a carico del committente (l’intendo del Governo Renzi è di penalizzare l’utilizzo di questi contratti parasubordinati in favore dei contratti di lavoro subordinati).
Per i datori di lavoro. Seppur con un meccanismo ancora non spiegato e di cui ad oggi se ne attende uno sviluppo attraverso un decreto attuativo, è previsto per tutti i datori di lavoro che assumeranno nel 2015 (e solo nel 2015 nel 2016 nessuno sa cosa accadrà) a tempo indeterminato lavoratori che nei sei mesi precedenti erano disoccupati od occupati con contratti a termine (ricordo che gli apprendisti rientrano nei rapporti di lavoro a tempo indeterminato), un sgravio previdenziale totale di euro 8.060 all’anno per tre anni.
Tale manovra rappresenta come ho detto all’inizio una svolta epocale in Italia i cui risvolti si commentano da soli nella tabella sotto riportata, dove ho esposto a confronto gli attuali rapporti di lavoro utilizzati maggiormente presupponendo una retribuzione lorda annua di euro 24.000. Nella riga finale, infatti, si potranno capire i vantaggi economici e anche giuridici nell’assumere a tempo indeterminato. Ricordo che se qualche imprenditore potesse essere attratto ancora da un risparmio utilizzando un contratto a progetto, essi sono i contratti a maggior rischio di vertenza e dunque di contenzioso con il collaboratore (che poi di solito rivendicherà un rapporto di lavoro a tempo indeterminato).

Da questa breve disamina spero di aver fatto intendere due aspetti su tutto: come la materia subisca evoluzioni quotidiane e come ormai risulti necessario informarsi costantemente qualunque sia il ruolo ricoperto. Che si sia lavoratore o imprenditore, infatti, i vantaggi dell’essere informati porteranno di sicuro maggiore oculatezza nelle scelte da fare. Ma come informarsi? Le possibilità sono diverse, per tutti e per tutte le tasche: consultare professionisti, leggere, frequentare corsi, documentarsi secondo fonti appropriate o aggiornarsi mediante seminari specifici. Tutto ciò che serve in definitiva pur di uscire dal dubbio e dal pregiudizio, forieri sempre di rimpianti e mai di opportunità di crescita.
di Massimiliano Gerardi
Consulente del lavoro in Torino
Docente area paghe e contributi presso Progetto Marconi