PM – PensieriMossi
Il blog di Progetto Marconi
1991. Siamo nella ricca provincia di Verona e alcuni ragazzi decidono di ammazzare.
Non un passatempo qualunque.
La decisione, pare già tentata precedentemente, culminò in un duplice omicidio. Le vittime non erano casuali: erano i genitori di uno degli assassini. Erano i genitori di Pietro Maso, un giovane di neanche vent’anni. E questa è una pillola della sua storia criminale.
Be’ io avevo 12 anni al tempo e fu la prima notizia che mi turbò profondamente. Non perché non ne avessi lette altre. Ma forse perché a 12 anni non mi capacitavo di come potesse essere possibile ammazzare proprio chi ti avesse messo al mondo.
Dopo iniziali tentativi di insabbiamento la verità venne a galla e finalmente tutta la comunità intorno ebbe modo di esprimersi ai microfoni della televisione. Fu lì che emerse per la prima volta nelle mie orecchie una frase che scoprirò poi essere lo slogan più usato nella cronaca nera: “Mi sembrava una così brava persona”.
Nell’esperienza ormai consolidata delle pagine interne, la figura più gettonata nel fare ricorso a questa frase sono i vicini di casa. In funzione di ciò possiamo definire il vicino di casa come colui che, finché non ti trova armato a cavalcioni sul cadavere del custode, non smuove la sua quotidianità fatta di scale in fretta-saluto seriale-portone chiuso.
Ma non è solo il vicino di casa.
Spesso è anche il padre, la madre, la zia, l’amica, il marito, il compagno di scuola, la maestra, il collega. E non parliamo solo di omicidi naturalmente. Ma di tradimenti, di botte, di stati d’animo non capiti, di silenzi sofferti.
Se è vero che non si può non comunicare, allora capiamo perché questo articolo vada rintracciato sotto la categoria “comunicazione”. Perché la comunicazione è fatta anche di messaggi non arrivati, non pesati, evitati.
Il più delle volte decidiamo di essere strade che viaggiano parallele, senza toccarsi. Per stare bene. Prive di intoppi. Siamo adulatori delle percezioni comode, quelle che ci consentono di darci ragione, di dirci che va tutto bene. Perché in preoccupazioni già spendiamo quasi 2 ore al giorno. Perché prendercene altre?
E dietro di noi rischiano di crearsi grammi silenziosi di realtà che si sommano giorno dopo giorno. Che quando diventano chili è ormai troppo tardi. E l’unica difesa è l’apparenza di un comportamento improvviso e imprevedibile.
Foto di <a href=”https://pixabay.com/it/users/Couleur-1195798/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2209152″>Couleur</a> da <a href=”https://pixabay.com/it/?utm_source=link-attribution&utm_medium=referral&utm_campaign=image&utm_content=2209152″>Pixabay</a>