PM – PensieriMossi
Il blog di Progetto Marconi
Questo periodo ha prodotto una marea di riflessioni. Su quanto siamo profondamente diversi l’un l’altro ad esempio. Su come viviamo gli obblighi. Su come reagiamo.
Al di là degli aspetti tragici della vicenda, che qua lasciamo rispettosamente sul fondo, possiamo interpretare questo nostro tempo come un contesto rinnovato in cui prenderà forma un nuovo rapporto tra domanda e offerta di beni.
In sintesi, come ne uscirà il consumatore?
Il passato prossimo ( e speriamo non il futuro semplice) è stato influenzato da un elemento che in situazioni normali ha sempre condizionato la scelta del consumatore: la paura. Il via da e l’andare verso è un aspetto piuttosto conosciuto nelle tecniche di vendita: sostanzialmente tu provochi la paura di un pericolo e poi proponi una soluzione.
Ma qui siamo inevitabilmente di fronte ad un fenomeno diverso. La paura in questo caso non è stata costruita nel laboratorio (oddio fammi finire…) delle tecniche di vendita. E’ ed è stata reale, continua, protratta, inculcata. I chili di farina comprati al supermercato manco fossimo tutti panettieri hanno dimostrato la direzione intrapresa:
“faccio a casa perché le scorte di pane finiranno e io morirò di fame”.
E questo non è marketing.
Dopo i primi tempi in cui trovavi pane fatto in casa anche negli armadi (cit.), si è passati alla fase 2:
“guarda un po’ come è facile fare il pane. Proviamo con la pizza. Con la farinata. Con le torte. Con la pasta. Con il ketchup. Con il gelato.”
Qui l’orientamento si è spostato: dalla paura alla riscoperta di orizzonti nuovi. L’obbligo comincia a sfumare verso nuove tendenze del piacere. E qui già si muove qualcosa.
Il mettere le mani in pasta potrebbe essere un non-ritorno come le piattaforme di videoconferenza. Ma mentre queste ultime in realtà hanno ancora l’odore di tappo, il fare il pane no. Perché può darsi che “il mio pane è naturale, chissà quello che compro”, “il mio pane me lo faccio proprio come piace a me” o “il mio pane mi costa di meno punto e basta”. Signore e signori siamo di fronte ad una scelta libera. Ad una percezione di piacere. Ad una nuova tendenza che dal pane fatto si sposterà al tema della cena fuori, del lavoro dove, della vacanza come eccetera eccetera. E sappiamo che se vogliamo campare, l’onda dobbiamo cavalcare, ma prima capire quale.
Alle tendenze solitamente però ci arrivano quelli bravi, quelli che leggiamo negli articoli top di Millionaire. Perché le tendenze in genere non sono facili da leggere. Ma oggi sembra essere diverso. Oggi c’è una sorta di Porte Aperte del rinnovamento, ove i gusti e le sensazioni della gente sono lavandeggiati in un vortice di centrifuga troppo chiassoso per non essere avvertiti da chiunque abbia orecchie attente. E ai bravi capo marketing invece non resta che pasteggiare al microscopio per leggere nelle macro tendenze quei capillari di informazioni in grado di fare la differenza nell’influenzare le scelte del consumatore 4.Covid.
La totale assenza di buone certezze, in conclusione, non è una buona cosa. In alcuni casi sarà una pessima cosa in altre un’ottima cosa. Ma a proposito di cose, una cosa me la chiedo: quel pane nell’armadio può insegnarmi qualcosa?