PM – PensieriMossi
Il blog di Progetto Marconi
La leggenda del primo social
C’era una volta una strada di campagna. Come tante, immagino.
La strada era costeggiata per un lungo tratto da un vecchio muro scrostato, talmente povero da passare inosservato ai più, se non come limite al passaggio umano.
Quella strada era attraversata da poche macchine, qualche trattore al passo lento e poco di più. Poche case e qualche negozio che regolarmente chiudeva per lo scarso passaggio. Eppure il paese non distava molto, con le sue strade inarpicate sulla collina e i ragazzi che passavano il tempo nella piazza di fronte alla chiesa, l’unica.
Poi una mattina presto, all’alba della prima luce, un vecchio contadino passò per quella strada per iniziare il lavoro nei campi e nel suo piccolo negozietto di frutta e verdura. Normalità al riparo da occhi indiscreti, come sempre. Ad un tratto il contadino si girò verso quel muro scrostato, come qualcuno sorpreso assorto nei propri pensieri: capeggiava un grosso punto interrogativo colorato di blu. Ben definito, come curato. All’orizzonte l’uomo pareva quasi minuscolo di fronte a quel segno mai esistito nei giorni precedenti.
Tornò in paese, con la fronte corrucciata da mille pensieri, senza che quel punto interrogativo raggiungesse neanche le prime novecento posizioni tra le priorità della sua vita. E così fu anche per le altre manciate di persone che vi transitarono davanti quel giorno: sorpresa e poco altro. Eppure quel muro in qualche modo era cambiato: quel misterioso segno indossato, se non altro, aveva complicato la sua invisibilità.
Ma l’indifferenza è molto più di una stanza vuota e fu così che in paese, per caso, quel punto interrogativo entrò nei primi discorsi. Qualcuno si incuriosì e basta, qualcun altro si incuriosì e passo a vedere. Per la prima volta, magari.
Fin quando un mattino, a fianco del grosso punto interrogativo comparve un altro disegno, raffigurante un punto esclamativo. Era molto meno colorato e curato del primo, come se la mano non fosse la stessa o avesse avuto meno tempo.
La macchia di curiosi si espanse, figlia del passaparola dei pionieri di quel tratto costeggiato dai campi. E se ne cominciò a parlare. Qualche giorno dopo qualcuno in paese informò che ora vi era anche una messaggio “Ma chi sei?”.
Nei giorni e nei mesi seguenti le scritte e i disegni aumentarono, come i passaggi delle persone che fino a quel giorno non avevano compreso come quella strada fosse anche comoda per i propri tragitti. I ragazzi poi elessero quel muro a piazza del paese, passandoci il tempo a lasciare messaggi e sostare sulle panchine che nel mentre sorsero sempre più numerose al lato della strada. Perché vi erano anche dei lati, cioè uno spazio piuttosto ampio tra la carreggiata e il muro. Tant’è che qualcuno lo misurò e verificò che poteva starci bene anche un dehors, a maggior ragione per via del piccolo giardino che sorgeva lì vicino e che – guarda caso – non sarebbe stato per nulla male risistemare. Magari per dare uno spazio anche ai bimbi delle case lì attorno, evitando così di dover fare il lungo tragitto verso il parco nel paese. E visto che le case erano poche, perché non costruirne qualcuna in più? D’altronde si stava bene e la strada…bè collegava facilmente la vita quotidiana con la vita del lavoro. Qualche casa eh..non troppe, per fortuna lì non era possibile esagerare.
Col tempo tutto aumentò, lungo quel tratto di strada: i colori, il passaggio, le parole dette e le parole scritte.
E di quello strano rigogliare di vita ne sorrideva il vecchio contadino passato di lì una mattino presto, mentre sorseggiava del buon vino seduto tra aratri, cassette di verdura, scale e barattoli di vernice scura.
Ecco. Questo spazio vuole diventare un luogo di informazione, di scambio e, chissà, di opportunità. Partendo – agli occhi – come un muro scrostato, imparagonabile rispetto ai muri tinteggiati e ritinteggiati da mani sapienti.
Ma la buona volontà, si sa, è alla base di ogni successo. E quindi, obbligatorio provarci.
La domanda a questo punto è: ce la faranno i nostri eroi a mantenere i loro intenti?
Punto interrogativo.