Rileggo l’editoriale di gennaio e mi sembra di essere su un ottovolante…
“Maroo che tempi di paura e clausura che vivevamo”.
Fino a un mese fa. Un mese fa. Dicembre con i tuoi, gennaio con chi puoi. Aule vuote, dad in pole e isolamenti diurni. FFPduisti a becco d’oca.
Poi a febbraio il ghiaccio si scioglie (di neve neanche l’ombra).
Tutti o quasi unti e quindi il peggio è passato. Si torna alla normalità? Non lo so, è un ottovolante. Quando cominci a respirare, ti trovi di nuovo a gambe all’aria.
Ma poi finisce.
Scendi. Barcolli un po’. Ti ricomponi a piccoli passi. Apri gli occhi e. L’aula è più blended, il lavoro più smart , l’uscita meno scart.
E’ il nuovo futuro signori.
Ci arriviamo catapultati e spettinati, come Benigni e Troisi in Non ci resta che piangere (lì era passato remoto).
Ma è l’ora dell’ottimismo.
Il 96% delle strette di mano degli ultimi due anni le ho avute negli ultimi 7 giorni. Ho rispolverato come funziona: ci si avvicina, si tentenna, si tende un braccio, si stende la mano. E si attende.
Buona prima-vera Primavera a tutti, dopo due anni.
Speriamo.