PM – PensieriMossi
Il blog di Progetto Marconi
Quando prendo la parola davanti ad un pubblico “più o meno numeroso”, ricordo che ho due possibilità: raggiungere il mio obiettivo o….mancarlo!
Può non bastare sapere bene quanto devo dire, può non bastare essere adulta istruita, può non bastare essere considerata “esperta” nel proprio settore di appartenenza…
Nonostante ciò, è possibile a volte non saper parlare in pubblico…
Molto dipende dall’efficacia della comunicazione e pertanto il successo dei miei incontri è strettamente collegato alla capacità di comunicare “in pubblico”.
Saperlo fare e sapersi far ascoltare non è una dote innata, ma una tecnica che può essere appresa. Esercizi e accorgimenti rendono possibile diventare comunicatori esperti, in grado di trasmettere il messaggio desiderato in modo efficace, appassionando gli ascoltatori.
Fino a poco tempo fa, saper parlare in pubblico era un valore aggiunto: oggi è un asset fondamentale per la mia professione e le mie relazioni.
L’era attuale è definita “della comunicazione”, dove tutto passa attraverso la capacità di saper trasmettere informazioni, saper coinvolgere gli interlocutori e lasciare “un segno” con il proprio discorso.
Perché è così importante per me saper attrarre e coinvolgere gruppi di persone? Perché saper trasmettere i contenuti, saper gestire il linguaggio del corpo nelle riunioni, saper coinvolgere la propria platea può fare la differenza.
Saper parlare in pubblico ed essere “ricordata” consegna quella marcia in più che la maggior parte delle volte è determinante per il raggiungimento del successo.
È quindi possibile diventare un eccellente comunicatore?
Certo! Memoria storica riporta, non a caso, alla massima latina: “Poeti si nasce, oratori si diventa”.
Anche la preoccupazione di taluni di non essere naturalmente predisposti mi fa rispondere senza indugio che si può apprendere, coltivare, esercitare. Come tutte le abilità.
La paura di parlare in pubblico è condivisa anche dalle persone più disinvolte e molto spesso ci impedisce di esprimere a pieno e nel modo giusto ciò che vogliamo comunicare.
Ho imparato, nel corso degli anni ed attraverso l’apprendimento di tecniche professionali, quanto sia importante gestire l’emotività proprio per comunicare con tutti con naturalezza ed efficacia.
Va da sé che coloro che sono già “predisposti” potranno fare meno fatica, ma ciò non li solleva dall’ “allenarsi” costantemente nell’incontrare comunicativamente altre persone e, quindi, imparare le tecniche per diversificare gli interventi che sono chiamati a svolgere. Ce lo insegnano tutti i grandi speaker della storia. J.F. Kennedy, ad esempio, ricordava che: “i migliori oratori danno l’impressione di improvvisare, ma in realtà preparano tutto”
Racconto un caso a me caro, avendo per molto tempo “calcato” aule di partecipanti in cassa integrazione, mobilità, disoccupazione. Qualche anno fa ho seguito un progetto rivolto ad una ventina di persone di età compresa tra i 40 e i 50 anni. Quando sono entrata in aula l’accoglienza non fu delle migliori. Atteggiamenti ostili, disinteresse, malumore…certo non il meglio per iniziare un percorso formativo!! Alla mia richiesta del “perché” avessero scelto un corso di “presentazione ad alto impatto” e quale fosse il loro obiettivo mi sono sentita rispondere che alcuni corsi erano già stati fatti e “quello di cucina” era completo… Un inizio eccellente, direi!
Ecco, in situazioni del genere occorre mantenere la calma, saper gestire il respiro e…ricordarsi di ricalcare (principio della PNL che fa la differenza in questa attività). Sarebbe stato inutile e controproducente da parte mia affermare il mio ruolo, avrei pregiudicato il corso e penalizzato ingiustamente quei partecipanti effettivamente interessati Ho dunque scelto di non reagire bensì di rivolgere domande sul perché tanta disaffezione, iniziando a ragionare con il gruppo di partecipanti. A poco a poco hanno cominciato a lasciarsi andare, a raccontare la sofferenza dell’essere lì, in una classe, invece che sul posto di lavoro, il sentirsi inutili e soprattutto spaventati dalla ricerca di una nuova occupazione. Mi sono messa nei loro panni, ho dimostrato che avevo a cuore la loro situazione e che avremmo lavorato insieme, durante la formazione, al fine di poter ritornare “in pista” al meglio.
Risultato? La classe ha cominciato ad essere di una puntualità maniacale, tardava ad uscire alla fine delle lezioni e le persone inizialmente più demotivate ed ostili mi hanno ringraziato perché non credevano di essere “ancora” così propositive e pronte a nuovi traguardi.
In conclusione, di cosa si compone una buona preparazione prima di parlare in pubblico?
La mia risposta è: di tecniche, esercitazioni, trucchi ed abilità per fare in modo che gruppi di persone o intere platee non spaventino. E se improvvisamente dimenticassimo tutti i buoni propositi, almeno ci rimanga in mente l’eccellente massima che Winston S. Churchill amava ripetere:
“Un buon discorso dovrebbe essere come una gonna di donna: lungo a sufficienza per coprire e corto a sufficienza per creare interesse”.
E…ricorda: il pubblico ha bisogno di sorridere. Sta a te farglielo fare!!
dott.ssa Laura Mari – life coach e docente area comunicazione
Vorrei informazioni sul costo è orari grazie
Ciao!
Ogni info la puoi trovare al link:
https://progettomarconi.com/corso/parlare-pubblico-tecnica-pratica-successo/
Ti aspettiamo!
Vorrei informazioni sul costo,durata del corso e il costo
Buongiorno,
scusi ma non ci era pervenuta in back office la sua mail. Se interessata scarichi la locandina nella pagina del corso, ci sono ancora pochi posti. Se effettua l’iscrizione le applicheremo lo sconto del 10%, avendo comunque richiesto info nei tempi previsti per l’agevolazione.
Attendiamo sue notizie e scusi ancora
Massimo Francone