Ero seduto con davanti uno dei giganti della platea. Ma anche quello dietro di me non se la passava meglio.
Siamo stati invitati a presenziare dalla politica del territorio. Noi partecipiamo sempre volentieri ad eventi pubblici, perchè se vuoi fare la rivoluzione buona non puoi esimerti dal confronto. Quando ci invitarono dissi “Ci saremo, grazie“, ma non chiesi altro. E ieri questa leggerezza l’ho pagata.
Alle 21, dopo i saluti istituzionali del Consigliere Regionale Giaccone e del Presidente del distretto Ricca, il Coordinatore Lavoro e Commercio Alberto Loi prende la parola e con un fulmineo “Ora ascoltiamo voi in ordine alfabetico” fa riecheggiare soave nella sala queste note: “Massimo Francone, cofondatore dell’Associazione Progetto Marconi”.
E’ dai tempi dell’asilo che ringrazio di non chiamarmi Albertini o simili, così da non essere il primo della lista. Pazienza. Prendo la parola, ringrazio e inizio i miei 5 minuti. A guidare il mio intervento questa vocina in testa: signore e signori miei, voi mi accompagnerete nel fare la rivoluzione buona, quindi vi dico cosa noi di Progetto Marconi abbiamo fatto e cosa vogliamo fare. 6 minuti, chiedo scusa per il minuto di recupero e vado a sedermi. Applausi (dovuti, se sentiti meglio ancora).
Avrò interpretato nel modo giusto la serata? Sintesi degli interventi successivi: 18 minuti di media e accento generale su ciò che non va e dovremmo tutti contribuire a migliorare (la movida, la cura del verde, le nuove infrastrutture etc). Alla fine la risposta che mi sono dato (alle 23…ecco unica nota dolente) è stata: no, forse non sono stato troppo sul pezzo. Non ho mostri sociali da combattere, ma una strada da seguire: migliorare questo pianeta, partendo dalle persone e dalle imprese.
Ieri sono stato fino alla fine. Perchè al di là dei modi e dei tempi, quando la cittadinanza si traveste da cittadinanza attiva è come se riemergesse un libro impolverato di educazione civica. Con i concetti addirittura evidenziati in grassetto.